Il mio primo incontro con le costellazioni, temevo il peggio ma fu amore a prima vista.

Sono arrivato all’incontro sapendo poco o niente di costellazioni familiari sistemiche e il mio timore era sopratutto di trovarmi in imbarazzantissime situazioni in cui, impacciato e goffo, avrei dovuto rappresentare, come il peggior dilettante a teatro, un qualche ignoto personaggio.

Dopo una bellissima meditazione in cui le nostre radici luminose si intrecciavano a formare una trama e un ordito che racchiudevano passato presente e futuro di ognuno, è iniziato il lavoro vero e proprio, quello in cerchio, in cui chi vuole si siede alla destra del facilitatore e espone il suo tema.

La prima è una ragazza che vuole sciogliere la sofferenza ancora viva per il suo precedente amore, una storia finita ma mai conclusa.

Il colloquio con il facilitatore la aiuta a chiarire la sua intenzione e mette in evidenza alcuni schemi relazionali che si tramandano nella sua famiglia, le viene chiesto di scegliere alcuni rappresentanti del suo sistema: la madre, la madre di sua madre ed infine la sua vecchia fiamma, il ragazzo che, ancora innamorata, aveva scelto di lasciare.

Ascolto con attenzione e con il cuore in subbuglio, non avrei mai potuto sentirmi a mio agio a rappresentare quegli sconosciuti e avrei dato tutto l’oro del mondo per non essere scelto. Non sono bravo come attore e non voglio esserlo!

Lei ora è al centro del cerchio, si guarda intorno e poi, sicura e decisa si rivolge a due donne chiedendogli se volevano essere le rappresentanti di sua madre e di sua nonna. Gli da un posto nello spazio e torna a guardarsi intorno.
Al quel punto dentro di me pregavo intensamente di poter diventare invisibile, non che necessariamente avrebbe dovuto scegliere un uomo come rappresentante del suo ex ma era probabile, di uomini nel cerchio eravamo pochi e la mia paura mi faceva stare male.

I suoi occhi si sono posati subito sicuri e decisi su di me. “Vuoi rappresentare per me Alessio, il mio ex, per favore?”

Con un sorriso stentato accetto, mi alzo e lascio che lei mi posizioni nello spazio. Sento le sue mani calde sulle spalle ma quello che urla dentro di me è l’imbarazzo e la paura di essere ridicolo. Poi toglie le mani dalle mie scapole e con un movimento ampio si porta davanti a me e mi guarda negli occhi.

È stata la cosa più stupefacente che io abbia mai provato in vita mia. Ricambiando quello sguardo il mio cuore, il mio corpo e infine anche il mio cervello sono stati invasi da una luce calda e accogliente: io amavo quella donna con un’intensità, un candore e una semplicità assoluta.

Conoscevo quella ragazza, la stimavo, mi era molto simpatica e avevo sempre piacere nell’incontrarla ma amarla, e così tanto, proprio no! Cosa stava succedendo?

Quell’emozione potevo riconoscerla come mia perché la stavo provando, ma non la riconoscevo come mia in quanto non era coerente con il mio vissuto.
La mia razionalità ha provato un pochino a ribellarsi ma quell’emozione era più forte, più presente, più importante.

In un attimo mi è stato tutto molto chiaro, mi ero lasciato andare al campo morfogenetico, stavo rappresentando per lei il suo ex e quell’energia, quella relazione, si stava esprimendo attraverso di me.

L’esperienza così intensa aveva preso alla sprovvista il mio mentale e l’energia aveva trovato campo libero. Mentre ero tutto impegnato a preoccuparmi del giudizio degli altri, mi sono ritrovato immerso nell’ondata di emozioni che proveniva dal sistema familiare della mia amica.

È stato amore a prima vista con le costellazioni per l’intensità, la bellezza e la sincerità della vibrazione che si crea quando si attiva il campo morfogenetico. Amore a prima vista per la profondità del messaggio che quelle emozioni portano. Amore a prima vista, di quello che si esprime con la gratitudine e la commozione per aver avuto l’onore di potervi partecipare.

Adesso, dopo vari anni di costellazioni, ancora vivo l’esperienza con la stessa intensità. Col tempo ho imparato a farmi travolgere dall’emozione rimanendo centrato, senza contrastarla, lasciandomi attraversare e lasciandomi agire, attore e spettatore di un messaggio che arriva direttamente dal cuore dell’universo, un messaggio che, sebbene sembri appartenere ad altri, è anche il mio.

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