Sull’albero genealogico e i livelli di coscienza, un video di Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa

SULL’ALBERO GENEALOGICO E I LIVELLI DI COSCIENZA

Con Alejandro Jodorowsky e Marianne Costa. Giugno 2010, Barcelona.
Questo video si trova nel DVD che accompagna il libro Metagenealogia, di cui sono entrambi autori, edito in Italia da Feltrinelli.

 

Traduzione in Italiano

Traduzione a cura di Luca Tosches

Jodo: C’è una cosa che tutti dovrebbero comprendere, che normalmente quando si parla di nonni si parla di vecchi, però non è così! I nonni non sono vecchi. Sono esseri umani come te, e dovremmo cercare di vederli per gli esseri umani che sono stati e non come vecchi.

Marianne: Si perché abbiamo notato che per due volte sono stati scelti come rappresentanti dei nonni persone con i capelli un po’ grigi e questa è una visione infantile, voi vedete il vostro nonnino e la vostra nonnina come persone un po’ più vecchi etc, però dovreste immaginarli a 14 anni con le loro crisi della pubertà, quando si sono innamorati per la prima volta.

Jodo: Quando hanno fornicato

Marianne: Si fornicando, dobbiamo immaginarli molto forti nel corpo e facendo sport, perché nel profondo l’albero genealogico non è una foto di familia, l’albero genealogico rappresenta esseri umani più in là nel tempo e nello spazio che trasmettono un’energia dall’uno all’altro.
Parte di questa energia è ammalata, dai limiti, dagli abusi, sono aspetti ammalati dell’albero genealogico, e parte di questa energia è viva, è questa energia vitale che ti attraversa.
Volevi dire qualcosa? ( rivolta a Jodo )

Jodo: No, no, finisci che poi voglio dire qualcosa.

Marianne: Se ti limiti a vedere i tuoi genitori così, dal basso all’alto, perché io sono un bambino e tu sei adulto, se ti limiti a vedere i tuoi nonni come dei vecchietti, se ti limiti a non vedere i tuoi bisnonni perché non li hai conosciuti, ti perdi il lavoro dell’albero. Sono esseri di carne ed energia.

Jodo: E poi dicono lo stesso del grado del tuo grado di coscienza.

Marianne: È questo.

Jodo: Una cosa, una domanda. Supponiamo che la reincarnazione esista, si, come vuoi reincarnarti?
Qual’è l’età mentale? Qual’è l’etò emozionale e quale l’età sessuale? E qual’è l’età fisica?
Occorre rispondere perché uno non ha la stessa età per tutti i centri
( I quattro centri energetici di cui parla Jodorowsky sono il centro mentale, emozionale, sessuale e fisico )
E mi chiedono come voglio reincarnarmi, bene, io vorrei un corpo come sono io, vorrei avere 30 anni, sessualità potrei dire 16, emozionale di otto e mentale di 1000, un millennio. Io li vorrei così.
Voi dovreste chiedervelo. E’ un esercizio normale. Come mi reincarnerei. Come vi reincarnereste per comprendere quale valore dareste a queste parti diverse.
Questo è il valore che dovremmo dare ai diversi personaggi dell’albero (genealogico) dal quale venite. Perché quello a cui tu aspiri, tutti loro aspirarono.
E la grande sofferenza dell’essere umano non arriverà alla coscienza. Quando arrivi al grado di coscienza inferiore sempre si sta soffrendo. Anche se sembri contento, anche se sembri milionario, anche se sembre che hai molte avventure, ma se non hai svillupato la tua coscienza divina stai soffrendo.
Tutti gli esseri umani tendono ad arrivare a una condizione di vecchiaia sublime, tutti! L’anima è una vecchia sublime. A questo tendiamo ad arrivare. E i guru pagliacci imitano questa condizione,
“Io sto passando per la vecchiaia sublime” – dicono verso gli altri umani – “Io sono la vecchiaia sublime e tu devi adorarmi “. Non è questa la questione, la questione è che tu arrivi un po’ alla volta alla tua coscienza sublime.

Marianne: Un’altra domanda importante che è necessario porsi è in che livello di coscienza vivevano i personaggi del mio albero genealogico ? Molti di voi conoscono la storia dei livelli di coscienza però lo ricorderò rapidamente ok?
Ogni livello di coscienza è giusto nel suo momento, vale a dire che quando eri un feto o un bebè, è normale avere un livello di coscienza quasi animale, perché ti stai sviluppando a livello vitale, quando sei bebè o bambino, bambina è normale, è buona cosa avere un livello di coscienza infantile, dici che vuoi giocare, che fai i capricci e speri che to lo diano, che dIci amami etc.
Quando hai 13 anni è una meraviglia avere un livello di coscienza adolescente, combattere con la morte, cercare l’amore romantico, avere gli stessi vestiti dei tuoi amichetti e delle tue amichette, essere fun del rock, etc.
Quando arrivi a 20, 25 anni, è buono avere un livello di coscienza adulto ed egoista, perchè devi costruire la tua casa e stabilizzare la tua situazione etc.
Però immaginatevi una persona di 45 o 60 anni, bloccata in un livello di coscienza infantile, giocando con i giochetti, guardando il calcio, mangiando dolci tutto il tempo etc.

Jodo: Sempre chiedendo!

Marianne: Sempre chiedendo. Sei tu? E dobbiamo chiedercelo cosa c’è al di là del livelLo di coscienza basico, adulto ed egoista…

Jodo: Sfruttatore

Marianne: Cosa c’è ? ( Rivolta a Jodo )

Jodo: È che c’è un altra coscienza che è la coscienza adulta, ma al servizio dell’altro. E’ ciò che rende gli alimenti sani, roba sana, affari “sani”, arte sana, come un artigiano, tutto questo vuole significare “essere un adulto al servizio del planeta“. Questa è la coscienza dell’adulto che molto buona.

Marianne: E cos’è inoltre ?

Jodo: È la coscienza cosmica. Vale a dire che le persone lasciano i problemi terrestri e si rendono conto che non c’è paese dove ci sono tutti gli idiomi a loro servizio, che non ci sono paesi al loro servizio, tutto il folklore al loro servizio, tutte le tradizioni al loro servizio, e che si rendano conto sono orgogliosi del rango, e la terra sente la danza cosmica e si sente, che in ogni istante che sta vivendo, sta nel cosmo, nell’universo, nella coscienza cosmica.

Marianne: E più in là cosa c’è ?

Jodo: C’è la Coscienza Divina. Ma al di là della Coscienza Divina, la tua coscienza si rende conto che è così com’è un ologramma, dove tu hai un tutto che lo dividi in tanti pezzettini e ogni pezzetto è il tutto. Tutto l’universo, e possiamo crederlo perchè è utile, è sostenuto da una coscienza che crea l’universo e che è incomprensibile, impensabile, che ha i suoi disegni, che conosciamo, che è il Creatore, la Gran Creattrice. Quindi un pezzetino, che gli indù chiamano Brahma, e un pezzettino, che gli indù chiamano Atman, è in te. Un pezzetto di questo sta in te! Come un ologramma, quindi, la Coscienza Divina che sta dentro di te si riconosce come Creatore, dell’universo eterno e infinito, che ho qui (dentro di me). Questa goccia contiene l’oceano. Punto!

 

 

L’integrazione delle emozioni che hanno attivato un sintomo

L’emozioni che non sono state integrate agiscono in noi. I conflitti non risolti, il sentire di non avere un posto o vedere i propri limiti per esempio, o per citarne un altro, il conflitto di separazione. Ecco, queste emozioni non integrate si muovono così tanto nel corpo, fino a fare la propria tana nella zona più predisposta e trasformarsi poi, in sintomi.
Le responsabilità non gestite e i fardelli altrui caricati sulle proprie spalle con il tempo danneggiano la colonna vertebrale fino a creare ernie. Il senso di colpa, invece, agisce ad un livello profondo nella relazione con il sistema immunitario, specialmente se questa colpa l’abbiamo ereditata dal clan.

Quando parlo di compassione io mi riferisco all’accezione buddista del termine compassione, dove s’intende quel desiderio di cuore di estirpare le radici della sofferenza per far fiorire il fiore della gioia, sia in me che negli altri. Lo scopo di questa presa di coscienza è quello di aprirci con il nostro ambiente alla gioia di vivere nell’auto-guarigione.

Con il lavoro delle Costellazioni Familiari Archetipe noi abbiamo la possibilità di ricreare con nuove immagini e informazioni il sistema di credenze.

Quando noi viviamo emozioni luminose e positive, queste entrano e le rimettiamo immediatamente in circolo con gratitudine e amore nel nostro ambiente. Quando l’emozioni vissute sono traumatizzanti,entrano ma non escono, fino a quando non le avremo elaborate a tutti i livelli di coscienza.

La colonna verbrale è la prima a ricordarsi dell’esperienza nella sfera emotiva.

 
leggenda
C1 Ipervigilanza
C2 Riconscenza
C3 Paura di dire di no
C4 Collera, senso di colpa
C5 Paura di dire
C6 Fardelli
C7 Paura di uscire
L1 Insicurezza
L2 Umiliazione
L3 Tradimento
L4 Frustrazione
L5 Salvare

Osso sacro: Trattenere
Coccige: Le credenze

D1 Paura di predere
D2 Soffocamento
D3 Ingiustizia
D4 Paura di non essere amati
D5 Strada sbagliata
D6 Gelosia
D7 Conflitto familiare
D8 Delusione, gioia fallita
D9 Abbandono
D10 Rifiuto
D11 Svalutazione
D12 Perfezionismo

L’azione del sistema immunitario agisce anche sulle emozioni, come per esempio, far uscire quelle che non sono buone per noi. Lo scopo del cuore e del corpo è quello di reintegrare queste emozioni illuminandole, in modo tale da poterle restituire.
Per questo motivo la Vita si struttura mettendoci in relazione con quelle situazioni che ci evocano tali emozioni non elaborate, affinché le si trasformino. Non è facile dare una nuova risposta, noi rispondiamo il più delle volte alla stessa maniera. Ogni volta che reagiamo ad un’emozione, che ci riconnette con l’esperienza negativa del passato, tale reazione viene registrata nel tessuto connettivo e nelle fasce muscolari. Allo stesso tempo, poiché l’emozioni creano un nido o una tana, in un punto specifico della colonna vertebrale, ci saranno degli effetti sugli organi corrispondenti a tale punto della collonna vertebrale.

Come indica il titolo, è chiaro che risulta necessario integrare quelle emozioni negative che sono state escluse nello spazio di elaborazione. Occorre valorizzarle in quanto esperienza di vita e illuminarle in modo tale da porterle lasciare andare.
Sappiamo tutti ch ei primi passi verso tale integrazione sono vedere, riconoscere come mio e dargli un posto nel proprio cuore, in quanto il cuore è la casa della luce nel corpo.
Così ha inizio il movimento di lasciar andare.

A volte c’è di più, c’è che ereditiamo il trauma emotivo dal nostro clan.
Dopo l’integrazione segue la restituzione.

A questo stadio, le radici delle sofferenza sono irretite con emozioni che non sono legate alla nostra vita, quindi difficili da ritrovare. Queste radici spesso si trovano in uno spazio insondabile dalla nostra mente. Il lavoro delle Costellazioni Familiari Archetipe ci aiuta a guardare dentro questa regione dell’insondabile e a creare una credenza grazie all’ntegrazione e attraverso il lavoro delle messa in scena è possibilie restituire ciò che non è nostro.

Vedere, reintegrare, restituire ad ognuno il prorpio peso è un segno di rispetto per la dignità della vita di ognuno.

Di Luca Tosches

illustrazione di Silvia Lucarini.

Le due menti

Dentro di noi esitono due menti fondamentali, una è la “mente abituale”, quella che usiamo sempre e viene controllata dalle tendenze dell’Ego e dai programmi dei sistemi di credenze; l’altra è la “mente di luce”, connessa con il sacro e si attiva nel cuore. La Mente di Luce è consapevole dell’interconnessione profonda tra noi e il nostro ambiente e tra noi e tutti gli esseri viventi. La Mente di Luce sa che siamo tutti entità ologrammate della stessa coscienza creatrice dell’universo. Anche se vivessimo su un altro pianeta l’essenza vitale resterebbe comunque la stessa. Siamo tutti in profonda connessione con la luce.
La mente abituale muove ombra e buio, capaci di coprire e nascondere lo spazio della luce.

I programmi dei sistemi di credenze attivano le nsotre tendenze di Vita, tendenze talmente radicate e dove spesso è molto difficile dare una nuova risposta al manifestarsi degli eventi. Il primo passo per indebolire una tendeza è riconoscerla, è vederla. Uno dei programmi che spesso occorre lasciare andare è il programma del ” quieto vivere “, ovvero quello di evitare il conflitto con l’altro per paura di affrontarlo. Questa paura ci porta a reagire al conflitto sempre nella stessa maniera.

Il lavoro delle Costellazioni Archetipe della Famiglia muove per sostenere il flusso della seconda mente quella definita Mente di Luce, in quanto è attraverso questa mente che possiamo integrare ciò che non è stato visto o è stato escluso.
Un aspetto fondamentale per entrare in questa mente è quello di predisporre il cuore ad un salto emozionale, ovvero sostenere con immagini un movimento che ci dischiuda dai nostri egoismi per includere all’interno del proprio cuore la vita di tutti gli esseri viventi del presente, del passato e del futuro. Questo movimento dell’espansione dello spazio di accoglienza del cuore ci consentirà di ricevere nella migliore delle forme il manifestarsi e le informazioni della Mente di Luce.

Oggi in questo cerchio, noi tutti espanderemo il nostro cuore in modo tale da accogliere al suo interno ognuno dei presenti con tutto il loro clan, me compreso, in modo tale da creare tutti presupposti affinché la Mente di Luce possa muovere nella regione dell’insondabile per non portare più il peso della colpa o il macigno della vergogna appartenenti alla storia del clan.
Decidere di fare un lavoro su se stessi in questo modo è un atto sacro nella scelta consapevole di voler manifestare il nostro vero io, il nostro essere essenziale, il perché del potere di cui ognuno di noi è portatore. In questa visione non possono esistere Guru, in quanto ognuno di noi è perfettamente dotato di un Guru interiore, che abita nel cuore e con il quale possiamo entrare in dialogo ogni qual volta decidiamo di accogliere e risuoanre con la Mente di Luce. E’ un legame diretto che parte dal cuore. Un legame libero dalle circostanze esterne.

Restituire per rispettare la dignità altrui

Questo principio essenziale, di riconoscerci in una relazione libera e diretta con la causa originale, consente di aprire un’ altra porta importante. La porta che si apre è quella del pieno rispetto della sacralità della vita di ogni forma vivente. Ricoscendo in ognuno la sacralità della relazione diretta con la causa originale, senza nessun bisogno di intermediazioni. Grazie alla forza di questa legame capisco che ogni volta che porto un peso, una colpa, un programma che non è mio non significa che sono buono ma che non sto rispettando la dignità di Vita dell’altro che, in quanto sacro, è in grado di adempiere al proprio cammino sulla terra grazie a quel suo peso.
Questa è l’esperienza dell’ incarnazione, non possiamo evitarla in quanto è un passaggio dell’esperienza di farsi umano. Noi rappresentiamo dei pionieri in questo movimento della coscienza nelle terre d’occidente. Anche se non stiamo portando nessuna novità, forse stiamo integrando un sapere antico, ma che è stato bloccato nel corso della storia a causa della paura ignorante di viverlo. Stiamo creando un profondo cambiamento a beneficio di tutti gli alberi genealogici restituendo amore e compassione agli ordini dell’amore.
Ognuno ed ogni storia al proprio posto.

Con il lavoro delle Costellazioni Archetipiche della Familia succede qualcosa di molto speciale. Una persona, spesso sconosciuta, seguendo il suo istinto, ci sceglie e ci chiede di rappresentare per lei un aspetto della sua storia. La cosa stupefacente è che non è mai a caso. Esiste sempre un’interconnessione profonda con chi è chiamato a rappresentare. Il rappresentante ha quindi la possibilità di rivivere quella storia sentedola e ascoltandola da un altro punto di vista. Essere scelto come rappresentante significa quindi partecipare ad un movimento a cui io stesso potrò farne benificio e opportunità.

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